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Il pic-nic perverso


di maktero
16.09.2024    |    65    |    0 8.0
"Rimanemmo un momento lì con il porco a chiaccierare..."
E' una bella giornata estiva mia sorella e la madre di Gemma decidono di andare a fare una gita con pic-nic.
So bene che anche quell'occasione verrà utiliazzata per oltraggiarmi ed umiliarmi.
Partiamo con un cesto pieno di provviste chiuso nel bagagliaio dell'auto insieme a me.
Arrivate sul posto le ragazze aprono il bagagliaio tirano fuori il grosso cesto e poi con noncuranza dicono anche a me di uscire.
Io nuda esco da bagagliaio; mi guardoattorno e mi sembra di riconoscere la pineta dove di solito vengo portata per fare pompini ed essere inculata.
Mia sorella mi dice ironicamente che sì siamo nel mio paradiso; ma aggiunge che a quell'ora i depravati che a me piacciono tanto non ci sono; o perlomeno c'è ne sono pochi.
Ridacchia raccontando a Diana che spesso mi abbandona da sola nuda ed indifesa in quel luogo che ad una certa ora si riempie di depravati e pervertiti che si fanno spmpinare e che mi inculano a bestia.
Diana ridacchià affermando che sono un vero frocio pervertito.
Mentre ci avviamo verso la radura prescelta per il pi-nic; le donne continuano a parlare.
Diana dice che io le piaccio! mia sorella chiede incuriosità cosa mai può provocarle un simile piacimento.
Segue un lungo silenzio, poi Diana continua dicendo che non sono solamente io che le piaccio ma il nostro rapporto così particolare,.
In quel momento arriviamo nello spiazzo erboso ed ombreggiato previsto per il pic-nic.
A me viene imposto di mettermi da un lato mentre le donne stendono una grande tovaglia ed apparrecchiano.
Si liberano delle scarpe ed io comincio a sbavare guardando i loro piedini.
Loro se ne accorgono e fanno di tutto per provocarmi esponendo i loro piedini.
Mi guardano con crudele piacere, sapendo quanto anelavo per quei piedi.
Fanno di tutto per esporli e per farmeli desiderare; ma mi è stato ordinato di mettermi in un angolo e non fare nulla.
Io resto con gli occhi spalancati e con il desiderio.
Le ragazze crudelmante cominciarono a mangiare indifferenti ai miei desideri.
Cominciai a masturbarmi ma leragazze visto quel mio movimento mi ordinarono di bloccarmi.
Gemma la più sensibile si prodigò per me chiedendo alle altre di lasciarmi fare.
Ma ma sua madre e mia sorella furono irremovibili; dovevo smettere di masturbarmi.
Le ragazze cominciarono a mangiare.
A quel punto vederle mangiare cominciò a superare il esiderio per i loro piedini;mi accorsi di essere affamata e cominciai a guardare con desiderio quelle bocche che ingoiavano delle prelibattezze.
Mia sorella se ne accorse e mi disse che stavano preparando il mio pasto.
Capii cosa voleva dire, per mangiare avrei dovuto attendere i rifiuti della loro digestione.
Mi misi l'animo in pace e cominciai a guardare come quei manicaretti che stavano ingoiando si sarebbero trasformati nel loro intestino nel mio nutrimento.
Intanto Diana riprese il discorso fatto precedentemente; affermò di essere contenta di avere incontrato una coppia come noi che assecondava i suoi particolari desideri sessuali e voleva che anche Gemma cominciasse ad apprezzarli.
A quel punto gli occhi delle ragazze si puntarono sulla ragazza.
Lei sentendosi interrogata, cominciò a dire che quello che stava vivendo da alcuni giorni le piaceva moltissimo.
Era moltoincerta sulle sue sensazioni ma complessivamente le piaceva tutto.
Ed anzi era incuriosita dal provare nuove sensazioni.
Le ragazze sembravano contente della risposta e dissero che quella era l'occasione per provare nuove esperienze.
Dissero che quella pineta era frequentata da depravati; adesso non era ancora l'ora giusta ma che senz'altro qualche porco in giro si poteva trovare.
Poi aggiunsero vuoi provare ad andare in giro con quel frocio a cercare cazzi che ti vogliono trombare?
Non sei più vergine e puoi cominciare a provare il piacere di essere presa da degli sconosciuti.
Gemma timidamente, affermò di avere della paura; le ragazze le dissero che doveva provare, che le sarebbe piaciuto.
Gemma con gli occhi bassi come una cerbiatta destinata al sacrificio disse che andava bene cheera disposta provare.
Le fecero togliere i vestiti, coprendo il suo corpo splendido ancora privo di seno.
Poi mi dissero di accompagnarla per la macchia ad incontrare i depravati.
La presi per mano come una sorellina e ci avviammo al sacrificio.
Nude ci inoltrammo nella pineta; l'ora non era quella giusta, era tropo presto.
Ma magari qualcuno avremmo trovato.
Io mi chiedevo se incontrando qualcuno avrebbero preferito il mio culo maschile o quello di una fanciullina.
Vagammo a lungo chiacchierando; cercavo di rincuorare Gemma che era intimorita.
Provavo una certa dolcezza per lei che per la prima volta provava una esperienza all'aperto con degli sconosciuti.
Ad un certo punto scoprimmo una coppia che amoreggiava, senz'altro nei dintorni c'era un guardone ad osservare ed a masturbarsi.
Mi guardai intorno e lo trovai; tirandomi dietro Gemma lo affrontai lui fu inizialmente spaventato ma io gli dissi che eravamo li per accontentarlo, e per convincerlo gli presi il cazzo in mano e cominciai a masturbarlo.
Lui dopo una prima esitazione si lasciò andare alla mia mano; poi gli dissi se voleva che lo facessi mastrurbare da Gemma.
Il porco, con gli occhi sgranati, gurdando lo spledore del corpo nudo di Gemma acconsentì freneticamente,
Io dissi a Gemma di prendergli il suo cazzo; lei sembrava impedita dal timore, le presi la mano destra e gliela feci appoggiare a forza sul cazzo del porco.
Lei fù come presa da una scossa a prendere in mano quell'orendo pezzo di carne.
Stringendole nella mia mano la sua la costrinsi a masturbare il maiiale.
Lei timidamente soccombe alla mia forzatura e guidata dalla mia mano cominciò a masturbare il porco.
Quando mi accorsi che Gemma aveva superato la repulsione e che poteva fare da se, lasciai la sua mano e mi dedicai al maiale.
Sollevai la sua maglietta esponendo i suoi capezzoli e cominciaia succhiarglieli, mentre Gemma continuava a masturbare il porco.
Cercai di solleccitare i capezzoli dello sconosciuto grassone in concomitanza con l'attivitàdi Gemma: ponendo una mano sul basso ventre del porco avvertii quando stava per arrivare.
Lui arrivvò e Gemma sollevvò improvvissamente e stupefaciemente gli occhi per vedere quello schizzo che si sollevava in alto.
Emise un sorriso per ciò che era riuscita a dare a quel maiale.
Sembrava entusiasta, per la prima volta aveva fatto godere un maschio.
Rimanemmo un momento lì con il porco a chiaccierare.
Lui ci disse di chiamarsi Giovanni e di godere guardando gli altri.
Io gli dissi che mi piaceva, in realtàmi faceva schifo; ma un cazzo era sempre un cazzo.
Gemma timidamente disse che era la prima volta che faceva una cosa del genere.
Giovanni le chiese quanti anni avesse e lei rispose xx, lui rimase impressionato.
Dicemmo al porco che andavamo a cercare altri depravati in giro ma che se lui rimaneva nei dintorni ci saremmo potutti ritrovare.
Io e Gemma ritornammo in giro per la pineta tenendoci per la mano e baciandoci di tanto e tanto.
Gemma sembrava più disinvolta, mi diceva che gli era piaciuto masturbare il tizio di prima, certo inizialmente aveva avuto timore a toccare quel cazzo ma poi ne era stata contenta.
Le era piaciuto dargli soddisfazione ed aggiunse che le piaceva camminare nuda nella pineta in attesa di trovare altri porci.
Ero contento delle sue parole stava rivelando la sua natura pervertita.
Vagammo a lungo per la pineta, era quasi sera dissi a Gemma che forse mia sorella e sua madre se ne erano già andate a casa senza aspettarci e che avremmo passatto la nottata lì in balia dei depravati.
Lei sembrò un poco sgomenta, io la abbrraccia per rassicurarla e consolarla.
Il contatto con il suo corpo mi fece arrapare e lei molto dolcemente mi chiese se poteva allievare la mia erezione.
Io ero incerta se farmi soddifare da Gemma che oramai era diventata un angelo del sesso o continuare ad essere arrapata.
Toccandomi il cazzo duro, esplosi chiedendo a Gemma di soddisfarmi.
Lei avvicinnò la sua bocca e cominciò a spompinarmi.
Arrivai nella sua bocca.
Lei fu contenta di avermi accontentata.
Ci prendemmo un momento di pausa mentre la sera stava cadendo sulla pineta.
Era il momento in cui stavano arrivando i depravati ed io e la piccola Gemma saremmo stati oggettodei loro laidi desideri.
Nude ed abbraciate nella radura, avevamo capito che mia sorella e la madre di Gemma ci avevano lasciato lì a subire ogni violenza.
Come vittime ci alzammo per cercare i porci che ci avrebbero violate.















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